Care ragazze… Da dove partire… Da lunedì sera Pietro è malato. Febbricola, non più di 38.5°C interna i primi tempi. Ma quale sorpresa quando, dopo aver pulito una cispa nell’occhio dx, dopo poco, ecco formarsene un’altra e un’altra e un’altra… Non era una cispa: era l’inizio di congiuntivite!
Argh!
La sera gli metto Rifamicina collirio (comprato in Corsica per l’occhietto arrossato ma mai aperto proprio perché una mia amica pediatra mi aveva detto che se non c’era pus, non andava messo).
La mattina dopo, bello dormiente. Mi dico: “Vado a verificarlo…o no?”. Memore della svomitazzata nel lettino lasciata lì tutta notte di qualche tempo fa, dico, ma sì, andiamo a vedere… Ragazze, non avete idea: gli occhi completamente collabiti. Palpebre gonfie e rosse. Tutto sto pus che usciva dai dotti lacrimali quando tossiva! Praticamente, dal naso il muco era finito negli occhi (le sclere però erano belle bianche e le congiuntive rosee!). Chiamo il pediatra e gli dico se va bene il collirio. Gli dico che la febbre non è alta (e praticamente mi tiro la zappa sui piedi perché intendevo dire che, sebbene avessi il forte presentimento che fosse necessario un antibiotico sistemico, non mi sembrava ancora il caso). Complice il fatto che il giorno dopo gli occhietti vanno meglio, mi dico, ok, sta guarendo. Peccato che, oltre al naso tappato con croste gialle, la notte si risveglia per tosse persistente da scolo catarrale. Mia mamma mette sotto il materasso i paracolpi (che tanto non usiamo più) e Pietro dorme praticamente come su una poltroncina reclinata. Mercoledì, 39°C di febbre. Accessi di tosse nella notte, vomito a getto addosso alla mamma e sul parquet (ma vi giuro, da chiamare l’esorcista) con palline di catarro sparse in ogni dove. Giovedì pomerigigo febbre sempre sui 38.5°C. Il bimbo si sveglia dalla nanna pomeridiana che sbanfa perché ha il naso tutto occluso. Mia madre disperata mi dice che si tocca pure l’orecchio. E cazzo… se tanto mi dà tanto, cosa posso pensare che ci sia dentro il condotto uditivo se non un lago di pus? Mi dico, basta, do l’antibiotico.
Poi pensiamo di aspettare il giorno dopo. La mattina, in maniera stupefacente, il bimbo si sveglia per la prima volta con 37.7°C (invece che 38.5°C). Ovviamente sotto tachipirina 24 ore su 24, ma pur sempre un miglioramento. Inoltre mi preme sottolineare che il pargolo, a differenza delle altre volte, salvo momenti di crisi notturne e saltuarie diurne (vedi sopra), giocava bellamente con i suoi 38/39 di febbre, rideva, mangiava etc… Insomma, chiamo il pediatra e gli dico che non so che fare. Perché alla fine da lunedì ha febbre, da mercoledì ha 39°C alla sera nonostante Tachi, il pus negli occhi è praticamente sparito, ma il naso sgocciola, tossisce di notte e però proprio quella mattina lì la febbre era più bassa del solito. Mi dice di non mettergli più Tachi e vedere come va la febbre e se necessario di dargli Zimox. Ore 15.00: 38.5°C. Mio marito dice vaffanculo e gli mette la Tachi. Ore 18.00 arrivo a casa: 39.1°C. Gli do il Nurofen (Tachi finita, Fabio esce e va a prenderla). L’ultima volta l’aveva sfebbrato completamente, stavolta alle 22.30 aveva ancora febbre. Gli diamo antibiotico (7 ml da ripetere 2vv/die). Prima di andare a nanna, momenti di panico perché nel cambiargli il patello e nel mettergli Tachi della buonanotte ha cominciato a tossire e mi sembrava che non prendesse più il fiato! Faceva proprio delle apnee. Ma poi si stiracchiava e sbadigliava (l’avevo svegliato). E dicevo, se sbadiglia sta bene! La tachipirina ha poi ingenerato un’ulteriore notte da incubo: svegli da mezzanotte fino alle 2.30 e questa notte solo perché stava bene! Sembrava un invasato… voleva giocare… Correva da un divano all’altro, accendeva i carillon…uno strazio! Ha bevuto come un cammello. Ha pisciato tutto il lettino. Succo del discorso: il bimbo stamane apiretico. Questo pome 37.7°C, messa Tachi per scrupolo.
Dulcis in fundo: ho dovuto sostituire una mia collega oggi al suo turno 8.00-20.00 (notare che l’ho fatto anche giovedì scorso e lo rifarò mercoledì prossimo!) fottendomi così il ponte. Mio marito incazzato nero perché oggi era solo a casa con Pietro dodici ore (in più stamattina ha vomitato tutta la colazione comprensiva di antibiotico nel lettino: era disperato, mi avrà chiamato cento volte, di cui una giuro proprio ora, mentre vi scrivo per dirmi che si è ustionato la mano rovesciandosi il passato di verdure di Pietro addosso!). Io mal di gola di nuovo. Dopo sveglia di due ore in media per notte negli ultimi cinque giorni, capisco il vostro punto di vista e temo anche io che l’ora in più in realtà si rivelerà un’ulteriore fregatura.
Vi abbraccio e corro a casa con le fitostimoline per Fabio e la fisiologica per Pietro…
Ultimo quesito: ma perché cazzo aspetto sempre così tanto a dare l’antibiotico? Perché ho la deformazione professionale di non usarli per niente per non ingenerare resistenze.
Ma alla fine, tutte le volte che penso fin dall’inizio che ci vorrà, alla fine se lo becca. Mentre per la tracheite della volta scorsa, sapevo che non ce n’era bisogno. Non so perché, ma è così. Dovrei fidarmi più del mio intuito…