Mio marito ha preso ben quattro giorni di ferie questa estate e quindi abbiamo deciso di trascorrerli insieme ad una coppia di amici in Trentino. Siamo partiti la mattina dopo il mio rientro dalla Corsica. Via i costumi dalla valigia, dentro le felpe. Abbiamo preso in affitto una casa totalmente in legno, sperduta nel bosco insieme ad altre tre o quattro analoghe costruzioni sempre gestite dalla stessa famiglia di autoctoni, in un paesino isolato da ogni forma di vita, eccezion fatta per un cerbiatto e una lepre che ogni tanto si palesavano all’uscio (Bambi e Tippete?).
Abbiamo fatto una camminata fino ad un lago balneabile a 1600 m slm (i ragazzi hanno davvero fatto un tuffo!), una gita a piedi nel canyon del Rio Novella, un pellegrinaggio al Santuario di San Romedio. Il povero Goguito trasportato a destra e a manca, nel passeggino quando la strada lo permetteva, in braccio nei tratti in cui le ruote non giravano. Col caschetto da minatore nello zaino datoci in dotazione per l’avventura sotterranea era proprio simpatico! Abbiamo visto le mucche, le cascate, gli asinelli e i fossili. E abbiamo mangiato erba e fiori.
La sera Santiago crollava nel lettino da campeggio al solito orario o anche un po’ prima. Dopo la cena, che di solito grigliavamo all’aperto, ci dedicavamo a briscola chiamata, sfruttando la radiolina per intercettare eventuali risvegli del bimbo. Verso le 22.30 rincasavamo, stanchi e infreddoliti per il calo della temperatura.
Fabio ed io dormivamo su una sorta di lastra di legno che avrebbe dovuto essere il divano letto del soggiorno (ci ho lasciato la cervicale), gli altri in camera. SG si è svegliato come al solito ogni tre ore, ma averlo vicino ha fatto sì che non mi sia costata troppa fatica farlo riaddormentare.
Dal punto di vista dei progressi:
- Al termine della vacanza, nel momento del commiato dai nostri amici, dal seggiolino auto Santiago ha per la prima volta fatto ciao-ciao con la manina. E da allora non ha più smesso. Ogni volta che qualcuno dice ciao (anche non a suo indirizzo), lui sventola la manina. Qualche volta, solo per distrarlo quando si trova sul fasciatoio e si divincola come un matto, gli chiedo: “Come si fa ciao-ciao con la manina?” E lui, tutto contento, comincia a salutare. E io gli infilo il patello a tradimento. Questa cosa comunque è veramente emozionante. Intendo dire il fatto che lui capisca esattamente quello che gli viene detto ed esegua un’azione specifica. Significa che tante altre cose, che magari non prevedono una azione come risposta, in realtà le comprende. Probabilmente quando dico: “Adesso andiamo a fare la nanna”, lo capisce. Il fatto però è che se gli chiedi: “Dove è papà?” ti aspetti che lo indichi o quantomeno che si giri verso di lui, invece ancora non è così, non sempre almeno. Se gli canti: “Batti batti le manine…” vedi che capisce, che collega, si eccita tutto, ma non riesce a coordinare le manine. Magari tocca le tue, mentre le batti, oppure unisce le sue e le picchia sul seggiolone, ma ancora il gesto di batterle tra loro non è codificato. Chissà che cosa passa nel suo cervello
- Adesso gattona in senso vero e proprio. E’ molto rapido, oltretutto. Devi stare attento ogni secondo perché raggiunge mobili, sanitari, prese elettriche, librerie e seggiole. Tende ad attaccarsi a tutto e a tirarsi addosso tutto. Spesso chi entra in casa trova sedie appoggiate per terra onde evitare che lui ci si aggrappi. Negli ultimi giorni ha anche imparato a issarsi in posizione eretta. Da solo. Anche appoggiandosi ad un muro liscio. Mi sembra anche che abbia un discreto equilibrio. Pietro ha iniziato a camminare a 14 mesi, Leo esattamente il giorno del suo primo compleanno. Forse Santiago inizierà a breve.
- Stanno spuntando due incisivi laterali. E’ qualche giorno che fa cacca liquida e abbondante (questo per ricordare che sì, quando escono i denti, qualcosa si modifica sempre).
- La notte siamo sempre fermi su risvegli ogni tre ore. Vi chiederete dove stia il progresso. In effetti non c’è. L’unica novità è che se gli lascio il biberon con il latte o la camomilla a portata di mano nel lettino (e se sono fortunata) capita che in uno dei suddetti risvegli riesca ad agguantarlo e a portarselo alla bocca senza il mio aiuto. Quindi attualmente quando si sveglia aspetto che pianga un po’ da solo prima di raggiungerlo in camera. Se smettono le urla e inizia il glu glu glu è fatta.