Il giorno del mio compleanno ci hanno tamponato. In coda al parcheggio del centro. Un vecchio rimbambito che voleva darci 20 euro per il danno. Non abbiamo fatto la constatazione. “Facciamo da signori”, ha detto mio marito. “La porto a vedere e poi mi dà la cifra che dice il carrozziere.” Il carrozziere ci ha detto 150 per riparare (malamente) o 500 per cambiare il paraurti. Noi abbiamo detto al signore: “Guardi, non ci interessa, se non vuole tirare in ballo l’assicurazione (cosa che io avrei fatto), ci dia pure le 150 euro per riparare”. Il tipo ha sostenuto che fosse impossibile e che noi ci volevamo lucrare. Ha voluto fare uscire il perito dell’assicurazione. E ora siamo in ballo. Peccato che il perito ci ha stimato 250 euro! E io ora temo che la cosa andrà per le lunghe, perché figurati se il signore accetta di pagare 250 euro (erano 150, prima che lui pretendesse il perito!).
La sera del mio compleanno siamo usciti fuori a cena con la mia amica Francesca e il compagno. Senza figli. E’ stato un sogno. Semplicemente cenare e chiacchierare in pace. Mio marito mi ha regalato un pendente su catenina d’oro, uno zaffiro blu con attorno dodici diamanti. Una meraviglia.
Venerdì parco giochi, finalmente. Con i bimbi bravi. E la promessa di una primavera alle porte.
Sabato giro in centro in bici. Siamo riusciti (maldestramente) anche a fare un giro da Zara. Mio marito ha comprato per il nostro V anniversario di matrimonio i biglietti per San Siro di Bon Jovi. Mi ha sconvolto. Io adoravo Bon Jovi quando ero al liceo. Lui non lo ha mai ascoltato. Sono emozionatissima. Qualcuno vuol venire?
Pomeriggio altro parco giochi. La sera siamo andati ad un ristorante, con amici e i bimbi. Questi ultimi possono giocare nella sala giochi con le babysitter. Tutto bene a parte che Leo veniva travolto dagli altri bambini. E poi ha fatto la cacca. Ma siamo riusciti a cenare e siamo venuti via dopo mezzanotte! E’ un posto che vi consiglio, ma non di sabato sera!
Io sabato sono andata a nuotare. I miei mi hanno regalato un lettore MP3 subaqueo per sentire la musica. Una figata mai vista! Mi sono sparata 130 vasche senza accorgermene, nuotando un’ora e mezza. Mio marito, su mio consiglio, ha cominciato ad andare a correre, quasi un’oretta tutti i giorni o dopo il lavoro o nel week end, mentre dormono i bimbi. Diciamo che per uscire dal periodo nero, iniziato prima di Pasqua, pensavamo che svagarci un po’ di più o fare un po’ di moto ci avrebbe aiutato.
Domenica mattina, schiumetta. Poi messa.
Nel pomeriggio appuntamento al parco con la mia amica incinta e un’altra collega, anche lei di 8 mesi. I bambini isterici perché gli altri erano in ritardo all’appuntamento. Arrivati al ritrovo, messo giù il plaid, i bimbi bravi finché Pietro ha iniziato con la lagna: “Ho mal di gola, ho mal d’orecchio!” e si è accoccolato su di me per due ore. Mai visto così. Ho chiesto una tachipirina a tutte le mamme del parco e nessuna che l’avesse (io di solito ce l’ho sempre dietro, ma eravamo in bici!). Torniamo a casa e parte il Leo, che s’era svegliato pieno di macchie sul corpo ieri pomeriggio dalla nanna, ma senza febbre. E che riflettendoci bene non aveva voluto nemmeno pranzare. E comincia a piangere sulle spalle del papà fino all’arrivo alle bici.
Tornati a casa, il nostro amico che fa il medico in Africa si invita a cena. Pietro arrivato a casa smette di piangere e dice che non ha male da nessuna parte. Mah. Cena divertente, i bimbi a letto presto, io chiacchiero col mio amico.
A mezzanotte, ero a letto da poco, si sveglia Leo una volta. Mi alzo, do il bibe torno a letto.
Poche ore dopo, sento ancora piangere. Mi alzo di scatto e mi butto fuori dal letto. Non so cosa mi sia successo, ma mi ritrovo per terra in lacrime, un dolore fortissimo al piede. Mi accorgo che non riesco a tirarmi su perché la coscia, tutta informicolata, non mi regge. E ralizzo che probabilmente sono caduta sul piede per questo motivo, perché mi si era addormentata. Piango come una scema, realizzando di avere sicuramente rotto qualcosa. In passato mi sono rotta i legamenti della caviglia sinistra e il dolore era pressappoco lo stesso. Metto il ghiaccio e dico a Fabio che sarei andata in PS il giorno dopo. Stamane sembrava meglio, ma appena messa giù la gamba dal letto ha comiciato a pulsare. Due ematomi sulla caviglia, uno tra il quarto e il quinto dito.
“Mi sa che mi sono rotta il metatarso!”
“Ma va” mi dice Fabio “Io vado al lavoro”
“Ma come? E io?”
“E non riesci a guidare?”
“Ma non riesco nemmeno a stare in piedi!”
Morale: mi porta in PS: lastra e… frattura del quinto metatarso. Ora ho la stecca gessata, da tenere 10 giorni, poi metterò una scarpa idonea che consentirà di poggiare il piede, per almeno altri 20 giorni. Non so come fare col lavoro perché non ho malattia, devo usare le ferie. Ma se uso ferie poi non ne ho. E non so come fare con le guardie. La mia capa mi ha detto: “Eh, vorrà dire che le recupererai” non so come visto che ne ho attualmente una a settimana. La prossima sarebbe mercoledì e poi lavoravo fino alle 20.00 anche il 25 aprile.
In ambulatorio posso andare, basta tenere la gamba in scarico. Quindi credo che domani starò a casa e poi andrò lo stesso al lavoro a patto di avere sempre lo strutturato in ambulatorio con me che visiti il malato (se no, ora che mi alzo…).
All’andata mi porta Fabio. Al ritorno mi verrà a prendere o mia suocera o mio suocero. Il vero problema sarà la gestione dei bambini.
Già ora Leo mi ha visto e voleva essere preso in braccio. Come faccio a cambiarli? E il bagnetto? E la notte??? Stanotte dopo il misfatto s’è svegliato altre tre volte, ma lasciandolo piangere s’è riaddormentato. Sta a vedere che potevo non alzarmi anche quella volta (e tutte le altre centinaia di volte delle ultime settimane)…
E il fatto che il tutto sia accaduto alle 3.03 non è di buon auspicio (qualcuno ha visto L’Esorcismo di Emily Rose? Ah, no, erano le 3.33…).
Vado che se no piango…