La verità è che forse avremmo dovuto organizzarci così fin dall’inizio della mia maternità. Intendiamoci, non proprio così (con me che dormo dai suoceri e faccio la spola). Ma sicuramente con i bambini alternati per un bel po’ di tempo. Lo so, me l’avete detto mille volte: “Fatti aiutare” ed io, a dirla tutta, ho anche chiesto aiuto. Ma forse ci voleva proprio un episodio di palese necessità come questo per attivare la squadra. Sì, perché siamo proprio un’ottima squadra.
Io credo che questo “incidente” della varicella, sebbene come diceva Fabio ieri sera, mi rovinerà tutto l’ultimo mese (considerato che settimana prossima si dovrebbe ammalare Leo e ne avrà per almeno altri dieci giorni e che non potremo vedere amici con bambini etc.), in realtà abbia consentito di compiere dei passi che prima non avrei saputo come attuare. E’ terapeutico. Soprattutto per i bambini.
Per esempio, noto come Pietro sia meno dipendente da me quando sono con lui in questi ultimi giorni. Mi permette di pulire in casa, di fare i mestieri, di stare al telefono. E gioca di più da solo. Inoltre di notte Fabio si deve per forza alzare a dare la medicina. E una notte che cercava me ha dovuto cuccarsi il papà (cosa prima impensabile perché partiva con urla e pianti finchè non andavo io). Oggi poi è venuta la baby-sitter, per la prima volta in vesti ufficiali. Li ho lasciati soli alle 10.00 e sono tornata a mezzogiorno e mezza (perché lei aveva un’altra bimba da ritirare a scuola). La pappa non l’ha voluta e quindi lei non gliel’ha preparata (ha mangiato dopo con me). Ma è stato bravissimo, hanno colorato e fatto le costruzioni. E lei mi ha anche ritirato la biancheria e sistemato lo sgabuzzino (ma si può!).
Sull’altro fronte, nel contempo, d’accordo con mia suocera, abbiamo deciso di “svezzare” Leo. Da tutto. In primo luogo dall’addormentamento in braccio. Che con Pietro non è mai esistito (lo mettevi giù, parlottava un po’ e poi dormiva. Ma con Leonardo non posso mica farlo parlottare quando il fratello dorme già – a parte che lui non parlotta, ma canta/urla aaaaaaaaaaaaaahhhhh tutto il tempo). Leo invece quando ha sonno comincia a frignare, si passa le manine sugli occhi e sulla testa. Basta prenderlo in braccio (un minuto col ciuccio) e si addormenta. Ma secondo me non era giusto. E quindi, abbiamo fissato le regole:
- non si sta mai in braccio, neanche da sveglio (solo per il ruttino)
- si sta sul passeggino (o seggiolone) e si seguono le varie attività da lì
- si piange quanto si vuole
- si dorme da soli nel lettino (consentita manina per qualche istante)
E così… ieri sera arrivo che era sveglio. Mia suocera lo mette giù. Frignotta. Vado a vederlo, lo giro sul fianco e parte! Stamattina uguale. Gli ho solo dovuto riposizionare il ciuccetto in bocca (che si strappa da solo e poi urla).
Questa notte ottima (solo due risvegli).
Purtroppo Fabio aveva un’autopsia da fare stamattina e così ho dovuto alzarmi alle 6.30 per dargli il cambio a casa, ma poi sono riuscita a riaddormentarmi un’oretta.
Oggi poi ho fatto il brodo a Leo perché la frutta sembra proprio non gradirla. Siccome in Australia a mia nipote hanno fatto dare prima la crema di riso sciolta in un po’ di latte materno e poi la frutta, ho pensato che magari preferisse il salato. Poi però dormiva così bene dopo il bagnetto che non sono riuscita a svegliarlo nemmeno prendendogli la manina (di solito ha il sonno molto leggero, a differenza di Pietro alla sua età!). E ho pensato che svegliarlo per poi averlo magari incazzato e stanco al seggiolone non fosse una buona idea. Sono venuta via dicendo a mia suocera di dargli un bibe di artificiale (la prima volta che glielo do il pomeriggio, cosa che avevo sempre cercato di evitare facendo i salti mortali!).
Tanto, diciamoci la verità: io tra meno di un mese torno al lavoro e forse è il caso che i bimbi comincino davvero ad essere indipendenti sotto tutti i punti di vista. Poi, se come qualcuna di voi, riuscirò a mantenere una o due poppate, tanto di guadagnato!