Vi aggiorno:
Pietro ha avuto ancora 38°C una volta sola dopo l’antibiotico, verso la sera del secondo giorno, in astinenza da Tachipirina da più di dodici ore. Poi è stato sempre sfebbrato. Direi che dovevo ascoltare il mio dottore di fiducia (cioè me stessa…e mio marito) un po’ prima…
Ogni tanto tossisce ancora, ma meno di me, comunque! Sobrepin supposte lo uso anche io. Non sono convinta faccia molto, ma vabbeh…
Anche lui ha gengivone gonfie degli incisivi laterali superiori, sta mettendo quelli.
In risposta a voi:
– Ho imparato che i giorni prima e i giorni dopo di un qualunque tipo di malessere (denti, tosse, febbre…) Pietro non mangia con appetito. Quindi secondo me sono ancora i postumi.
Poi, nella mia esperienza:
- cucchiaio da minestra degli adulti. E’ quello che uso ormai da un po’. Solo quando era un po’ sgnecco gli davo quello piccolino…per paura che gli andasse tutto di traverso (aveva anche la tosse e ogni tanto partiva col boccone in bocca)
- durante questa malattia l’avrei ucciso: purtroppo Pietro scatta in maniera felina per afferrare il cucchiaio ed immancabilmente strapparmelo di mano e tirarselo in faccia/negli occhi/nelle orecchie. A volte, più semplicemente, smanaccia nel piatto o nel cucchiaio e io impazzisco per dargli da mangiare…
- anche Pietro adora i panini e le focacce. Piuttosto non mangia, ma il panino deve trangugiarselo tutto e sbocconcellarlo per tutta la cucina…
- quando non vuole più mangiare (e fa “Pppprrrrrrr”), gli propongo sempre la frutta o lo yogurt prima di chiudere la cucina. A volte funziona (ovviamente sto parlando della sera: a sentire mia mamma mangia sempre con foga a pranzo, tranne quando malato).
- sono convinta che si siano rotti le balle dei soliti alimenti. Io do ancora carne omogeneizzata e non ho mai provato a far la carne al vapore (degenere!)
- rigurgiti: sembrano ridotti di brutto dopo quest’ultima febbre…speriamo…
Poi volevo raccontarvi una mia esperienza da “bambino posseduto”, così vi consolate!
Venerdì sera, Pietro era sfebbrato, va a nanna alle 20.00.
Alle 22.30 decidiamo di andare a letto (io il giorno dopo avevo il turno 8.00-20.00…ovviamente l’unico sabato di sole degli ultimi sei mesi, ma questa è un’altra storia).
Alle 22.31 si sveglia. E comincia ad urlare. E non smette più. Cerco di calmarlo, ma niente. Urla più forte, si dibatte, si dimena. Gli facciamo le carezze sulla testa e ci sbatte via le mani, grida come un ossesso, si contorce. Lo prendo in braccio, non si ferma. Fa una puzzetta: mi dico, ma questo è mal di pancia! Sta a vedere che l’antibiotico lo ha messo sottosopra e ora mi va in diarrea. Parto coi massaggi: non c’è verso. Siamo preoccupatissimi: sembra davvero avere un dolore pazzesco. Gli visito la pancia, si dibatte. Lo metto sul fasciatoio, cerco di stimolarlo un po’ col termometro, tiro su le gambine…un disastro. Fabio sostiene che sono i denti: se gli diamo un dito, ce lo dilania. Passa il tempo. Prova lui con le canzoni, ma appena lo metti nel lettino, grida belluine. Provo io con le coccole. Niente. La camomilla lanciata fuori dal lettino. Le urla diventano grugniti…
Comincio a pensare che dobbiamo portarlo al pronto soccorso. Non smetteva di piangere da più di un’ora, con grida acutissime e lacrimoni. Gli occhi spiritati.
Fabio mi guarda e mi fa: “Vaffanculo, facciamo come diceva l’ostetrica del corso!” E apre la finestra e lo porta sul balcone. Lui si ferma, annusa l’aria, sorride. Rientriamo, riparte a piangere. Torniamo fuori… vuol proprio star fuori. Guarda giù il campo di calcio dove giocano a calcetto (anche se ormai sono le 23.30).
Torniamo dentro, lacrime e urla. Lo mettiamo nel lettone con noi, ma non c’è verso. Accendo la luce, si ferma. Si mette seduto e comincia a parlottare e a vagare nel lettone, a tirarsi in piedi sulla spalliera e a “scalarci” mentre caschiamo di sonno.
A mezzanotte riproviamo a metterlo giù. Urla e contorcimenti. Lo piazzo nella palestrina in camera sua con tutte le luci accese: sorrisi e gorgheggi…gioca con le macchinine.
Mezzanotte e mezza: il bimbo, si strofina un occhietto… oddio… vai, vai… lo prendiamo e lo mettiamo giù: si addormenta.
Ora ditemi voi: che cavolo aveva? NIENTE. Non aveva semplicemente voglia di dormire. Voleva giocare, stare sveglio. Forse è stato l’antibiotico, il fatto che finalmente stesse bene dopo tanti giorni. Boh.
Certo che quando ci si mettono…fanno paura!
La mattina dopo, ore 7.00, mi alzo sfiancata…e vado al lavoro! Sigh.
Succo del discorso: i nostri piccoli si stanno forgiando il caratterino… stanno diventando grandi e hanno anche i loro impuntamenti.
Io comunque, dopo questa malattia di Pietro, non lo so, ma mi sono follemente innamorata di lui… (non ditelo a mio marito però!)